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La tradizione vinicola del Salento trova le sue radici nel mondo greco che amava questa bevanda tanto da chiamarla il nettare degli dei, ma che tanto temeva fino a pensare che dovesse essere bevuta diluita con acqua, pena la distruzione.
Chi arriva nel Salento può ammirare enormi distese di vigneti e gustare i migliori rossi e rosati della Puglia che fin dalla Magna Grecia hanno contribuito a dare al territorio il nome di cantina d’Europa.
Fra i vitigni tipici della zona troviamo il Primitivo che deve il suo nome alla sua prematura maturazione. Sul mercato in passato era usato solo come vino da taglio per altri vini che avevano poca gradazione alcolica.
Oggi viene proposto in bottiglia anche in purezza con ottimi risultati tanto da farne uno dei vini più richiesti sui mercati, sia nazionali che esteri.
La sua prima apparizione sembra risalga al XVII sec. ad opera di alcuni frati benedettini che iniziarono a coltivarlo nel convento di Gioia del Colle. Da qui si diffuse soprattutto nell’area di Manduria al punto da monopolizzarne la viticoltura.
Il Negroamaro è il più antico vitigno che la Puglia è riuscita a conservare. Molti storici ritengono che lo utilizzassero già i Messapi 2500 anni fa.
Oggi viene utilizzato come base per la produzione dei grandi vini rossi salentini e dei migliori rosati italiani.
La Malvasia Nera che dà un vino rosso rubino carico, profumo gradevolmente vinoso, sapore armonico, vellutato, asciutto e robusto.
L’uva prodotta da questo vitigno è quasi sempre miscelata, in particolare con il Negroamaro ed altre uve tipiche della zona.
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